L'arte contemporanea
spesso si trova al centro di polemiche e discussioni, vuoi per le tematiche,
vuoi per l'uso di tecniche ed espedienti, vuoi per vere e proprie bufale
perpetrate contro il pubblico, contro la benpensante società in un contesto che
si fa partecipe di logica, soldi e visibilità.
L'arte non sempre
esprime emozioni o pensieri, segue logiche commerciali e di mercato, l’arte
rincorre artisti che arrivano e poi spariscono dimenticati a favore di altri
personaggi creati ad hoc perché più redditizi e portati in pompa magna verso
l'Olimpo della notorietà, ma che rimarrà di loro? Della loro arte? Delle loro
opere? Forse assolutamente nulla...
Rivedere il passato che
non ha lasciato traccia nel presente è come sfogliare una vecchia rivista di
moda ritrovata in qualche angolo di un cassetto, piena di modelli e di
personaggi spariti dalla ribalta con tagli di capelli ridicoli e sorpassati e
di cui non è rimasta che la parvenza di una pallida interpretazione di se
stessi.
Il tempo sarà l'unico
responsabile che condurrà la visione di ciò che è ora contemporaneo verso uno
storicizzato passato poi, difficile proiettare il futuro e capire cosa si
nasconde dietro l'angolo, o l'oblio o la gloria.
Di sicuro correre
dietro alla facile notorietà, al tutto e subito, a bruciare le tappe della
pazienza e del sacrificio non conduce lontano dal proprio vitale metro quadro
di sopravvivenza, lo studio, la perseveranza e il confronto rimangono le basi
di un buon approccio per fregiarsi del titolo di artisti.
Una galleria affermata,
un critico famoso, possono curare una mostra e dare il via alle speranze di un
artista, ma non sono le uniche garanzie di scelta per il successo.
Ascoltare e ascoltarsi è
il primo passo da compiere, supponenza e incapacità di scegliere un percorso
corretto non fanno altro che transitare un piede dopo l'altro verso una fossa
fatta di poco entusiasmo, zero curiosità, stimoli di pseudo grandezza.
Trovare artisti che si
credono già arrivati e che pensano di avere già capito e imparato tutto
disprezzando il lavoro degli altri sono deprecabili agli occhi di qualsiasi
buon intenditore d'arte.
Ogni persona ha un
proprio percorso, un viaggio che intraprende e che lo porta a stimoli o realtà
diverse da quelle che personalmente si affrontano, ma non per questo meno degno
di rispetto e interesse.
Il piacere e la
bellezza rimangono temi soggettivi, ma non di meno l'oggettività del giudizio
deve essere presa sottogamba!
Tutti hanno un caro
amico a cui si vuol bene, simpatico che anima la serata, ma di cui non ci si
fiderebbe a lasciare un solo minuto il cane al guinzaglio con il rischio che
combini qualche guaio, ecco, così vale pure l’esempio per gli artisti: l’artista
citato può essere una bravissima persona, volenterosa e affabile, ma col
rischio che se lasciato esporre combini davvero qualche pasticcio sia per lui,
sia per chi si occupa di arte.
Alberto Burri
ha lacerato e cucito sacchi di iuta, ha bruciato plastiche, ha contribuito a
creare l'Informale materico e a dare
così la sua cifra stilistica, ma non sono la stessa cosa quando si trovano suoi
cloni in giro che incollano pezzi di Lego o lasciano gocciolare senza un perché
liquami vari sulla tela definendola poi "arte".
Se tutti fanno tutto e
sanno far di tutto a che serve allora definire l'arte? Come si fa dire che
QUELLO è un artista e quell'altro no? È solo assaggiando, assaporando,
confrontando e affinando i sensi che si arriva ad apprezzare un sapore non solo
criticandolo dall'esterno o convinti che il proprio operato sia il migliore, ma
solo ammettendo che qualcuno fa meglio del previsto e meglio di altri, meglio
anche di sé.
La critica serve
proprio a discernere e a guidare la visione verso sentieri che guidano lo
spettatore e lo stesso artista in corrette visioni, senza mai edulcorare o
forzare ciò che si vede, le mode passano, gli artisti su cui si è puntato per
convenienza o simpatia poi finiscono dimenticati e la sensazione di aver
contribuito a mancare e a puntare sul "cavallo sbagliato" lascia
sempre un po' di delusione e amarezza.
Come si fa a pensare e
dire che un artista vale e uno no? Quale peso sul mercato, sulla storia o sul
pubblico può avere un artista oggi e di conseguenza poi domani?
I fattori sono diversi
e sono legati ai cambiamenti epocali e sociali, nessuno può prevedere la storia
perché la si costruisce ogni giorno e la critica va di pari passo.
Il tempo dà il meglio
di sé, col trascorrere dei momenti che si susseguono, l'artista dà il meglio di
sé seguendo percorsi e momenti, l'arte rimane l'unica testimone di tali
cambiamenti, fissa le visioni attraverso le immagini e mostra ciò che l'uomo ha
creato, ciò che è il risultato finale dettato al meglio, al meglio di sé...
Massimiliano Sabbion
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