“Se il sogno muore, che ne sarà del
sognatore?
E se muore il sognatore, che ne sarà del sogno?”
(Arthur B.
Chandler)
Non tutto si
monetizza e concretizza con il successo commerciale e con la pecunia che arriva
a predisporre una sicurezza economica che permette nuove realizzazioni e
investimenti.
Non è tutto oro
quello che luccica, ma non è nemmeno vero che tutto quello che si produce poi
si trasforma in oro.
Legati ad una
concezione post romantica dell’artista bohemienne,
solo, povero e senza futuro, si arriva a elaborare la visione di un artista
scordato dai suoi contemporanei e riscoperto poi solo dopo la morte. Spesso non
è così, spesso capita invece il contrario: artisti famosi in vita che si
inebriano di oblio solo successivamente.
Quanti ricordano
i nomi di artisti accademici e riconosciuti tra premi, esposizioni e committenze
private e pubbliche che poi, passato il periodo storico, sono finiti tra le
pagine della storia dell’arte?
È necessario
vivere e fare arte da vivi o ricordare ciò che si è stati anche dopo la conclusione
della vita terrena?
La coincidenza
di coloro, famosi da vivi e osannati poi da morti, è una lista piuttosto lunga,
forse un poco meno quella di artisti riscoperti solo dopo esser passati a
miglior vita...
Per moda,
passione e realtà fenomeniche che si accavallano, si riscopre ora uno, ora
l’altro artista passando dal figurativo all’astratto, dalla pittura alla
scultura, dal disegno al segno.
Pensando agli
artisti che affollano i testi di critica o di storia dell’arte è facile arrivare
ad un collegamento non dissimile dalle mode culinarie odierne, come non citare
il boom di metodi naturali di cui non-si-può-fare-a-meno? Come ad esempio le
bacche di goji, sconosciute ai più e riscoperte come vera invasione in tutti
gli scaffali di erboristerie, parafarmacie e supermercati.
Capita anche ad
alcuni artisti, un po’ come per le bacche di goji che, finiti nel dimenticatoio
insieme a periodi storici, si sono visti appannare primato e popolarità e
riscoperti poi in seguito.
Alcuni maestri
del passato si sono lamentati di essere nati troppo presto e di anticipare i
tempi, come è avvenuto per Paul Cézanne,
altri sono stati fagocitati dalle loro paure interiori come Vincent Van Gogh, altri acclamati sia
da vivi che da morti come Giotto.
Per ritornare
all’incipit iniziale rimane solo una
certezza: un artista non muore mai povero.
Quando si
produce e si crea, prima di tutto, per un proprio gusto e piacere personale e il
vincitore è già insignito del podio.
È importante creare
senza illusioni e aspettative, senza pensare di arrivare al traguardo durante
la corsa, ma continuare semplicemente a correre, magari fermandosi a riposare o
camminare e poi riprendere a correre.
Molti creativi
hanno velleità artistiche, ma non sono artisti, così come amanti del ballo non
sono ballerini allo stesso modo chi intinge un pennello nel colore non può
dirsi pittore.
Il piacere del
creare è diverso dallo studio, dalla ricerca, dalla dose di incoscienza e
genialità che contraddistingue un vero artista.
Un artista non
ha tempo di insultare o di arrabbiarsi con il mondo intero, non ama che il
confronto e la critica costruttiva non dettata dall’invidia e dalle risate
acide e becere, più che pensare e enunciare sfoghi tipo “perché nessuno mi
apprezza?”, si preoccupa di capirne il motivo senza addossare la colpa ai
critici, alle gallerie, ai musei, alle fondazioni…non dimenticando inoltre il
pubblico che molto spesso non è pronto a ricevere l’opera che si crea per poca
attitudine, per piaceri modaioli o semplicemente per mancanza di cultura e
preparazione.
Il giudizio è
un’arma che fa male e nel mondo contemporaneo, ora più che mai attraverso i social network, il parere è spesso
lasciato a troppe persone con il rischio che possa sfuggire di mano.
A volte un creativo
non si difende neanche dagli attacchi e il mondo dell’arte non è fatto solo di
parole, ma di ascolti e prima di parlare bisogna ascoltare.
Un artista non
muore mai povero, nel suo percorso si arricchisce, sempre.
Il suo profitto
arriva per mezzo di stimoli continui, di conoscenze, di sperimentazioni, di
nuovi orizzonti che significano scelte, sacrifici e azzardi e molto spesso
anche errori e cadute, ma povero non lo è, mai.
Il denaro aiuta,
il riconoscimento stimola, ma di cosa ha veramente bisogno un artista? Ha
bisogno di sogni, non di dormire…
Massimiliano
Sabbion
Grazie ! Ha bisogno di sogni !
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