Negli ultimi anni si è fatto sempre più forte, nella
disquisizione sui percorsi artistici affrontati da pubblico e critica, il
concetto di chi sia un artista e di chi invece un artigiano.
Dove finisce il lavoro artigianale e dove comincia
invece quello artistico? L'iterazione e lo scambio che é sempre avvenuto nel
corso degli anni tra le due categorie ha prodotto risultati eccezionali sia dal
punto di vista tecnico, sia dal punto di vista artistico.
Forme, materiali e colori possono diventare il
fulcro per il tramite di diffusione di idee e concetti senza tralasciare il
gusto per il bello e l'utilità dell'oggetto prodotto.
Si parla spesso di arte pubblica, un'arte ad uso e
consumo della massa ma senza in verità concepire l'idea di un'arte davvero
utile a tutti, a disposizione di tutti. Sembra che le varie amministrazioni
utilizzano l'idea di arte pubblica per abbellire spazi discutibili quali
rotonde sormontate da enormi e spesso brutte sculture, decorazioni affidate a street artist non sempre eccellenti,
manifestazioni per zittire il cittadino con un "lo stiamo facendo per voi",
no!
Non lo si fa per il singolo ma per la collettività
tutta ed è difficile trovare chi lo fa davvero per gusto, scelta e coraggio...meglio
dare un lavoro mediocre senza aspettative e senza gloria a chi resterà comunque un
artista di "strada" visto che produrrà solo sculture da rotonde o
disegni da muro su muro.
Episodi passati, in cui l'artista é diventato
artigiano o l'artigiano artista ne sono pieni i libri di storia dell'arte, le
citazioni si accavallano e susseguono con prodotti finali che lambiscono il
confine tra artista e artigiano.
Artigiano é colui che, per mezzo di padronanza
tecnica, produce e crea pezzi unici seguendo un suo stile e gusto, la stessa
definizione che si dà all'artista praticamente ma allora qual è la differenza?
La differenza sta che l'artista crea, concepisce
idee ed è in continua evoluzione di ricerca per soggetti, materiali senza mai
ripetersi continuamente, senza scadere nell'autocitazione costante ma evolvendo
i propri modelli verso uno stile si riconducibile alla mano che lo ha creato ma
aggiungendo comunque quel qualcosa che lo fa risultare "una
spanna sopra gli altri".
Fabrizio Dusi, ad esempio, con i suoi personaggi e il suo stile è
padrone della tecnica e geniale nella realizzazione di un'espressione che è il
suo marchio di fabbrica, il bla bla, dove la parola prende forma
e lascia intuire che oltre al sapiente lavoro manuale c'è anche un'idea originale
di fondo.
Artisti che confinano il piacere della realizzazione
coniugata con abilità e preparazione finiscono per concretizzare e produrre
opere dal gusto artigianale, pezzi unici ma dotati di forza ed espressione come
succede nelle sculture di Massimo
Antonelli, scultore patavino che unisce l'intuito con lo studio dei
materiali che sono plasmati e forgiati per creare sculture ricca di forza e
poesia.
L'artista è chi crea il gioco tra il bello, la
citazione, la cifra stilistica e si fa portavoce dei tempi contemporanei senza
per questo sentire sempre il bisogno di risultare scandaloso, polemico o
semplicemente fuori dagli schemi.
Per destreggiare e superare una tecnica bisogna
prima di tutto conoscerla e studiarla, non basta avere un'intuizione geniale e
basta, bisogna supportarla con tesi e risultati.
Come si può pretendere di parlare di disegno se non
si conosce la differenza tra una matita e un carboncino?
Molti artisti si definiscono tali eppure non sanno
disegnare, progettare e mettere su carta le loro idee, spesso hanno
illuminazioni e lasciano che il compito sia poi svolto da altri, artigiani del
lavoro manuale.
Lucio Fontana, solo per citare un esempio, conosceva la ceramica
e sapeva modellare e usare il materiale, i suoi famosi "Tagli"
sono il risultato della materia scarnificata e resa essenziale in un solo gesto
che squarcia la tela ma la bellezza delle forme che ha lasciato nelle sue
sculture sono irrepetibili e inappagabili.
Le fitte trame che si tramutano in opere d'arte di David Begbie e di Giuseppe Inglese, rivelano uno studio meticoloso e un'attenzione ai
materiali che cesella le sculture come il migliore degli artigiani sa fare ma
in realtà sono artisti, padroni della tecnica e modellatori di forme ma con
l'intuizione e lo studio che li contraddistingue da quello che a prima vista
potrebbe sembrare solo frutto di un lavoro certosino e paziente.
Un decoratore di piatti dipinti a mano o realizza le
maschere-souvenir è senza dubbio un
artista-artigiano nella sua tecnica e nella realizzazione ma tolto il piatto da
decorare non saprà ripetere con la stessa maestria un altro capolavoro se
spostato dal suo mondo.
Ad ognuno quindi il suo prezzo e il suo compito: chi
parla per mezzo di opere d'arte, chi per mezzo artigianale. Se i due mondi spesso
si accavallano, i risultati poi divergono, che dire delle "Mappe"
di Alighiero Boetti intessuti da
donne afghane rifugiatesi a Peshawar in Pakistan proseguono i lavori a ricamo
dell'artista? Artigiane e maestre nella realizzazione dei tappeti tolte dal loro
ambiente artigianale e divenute così artiste poiché caricate di simbologia e
significato completamente nuovo.
Un imbianchino, quindi a suo modo un artigiano, è
molto più bravo di un Pablo Picasso
nel ridipingere la parete di una stanza ma un dipinto di un imbianchino ha la
stessa forza di un'opera di Picasso?
Quando si acquista un'opera d'arte si compra quindi
il sapere, la fatica, la sensazione, i fallimenti, i ripensamenti, le capacità,
le gioie e le nevrosi di un artista, non si compra solo il quadro o la scultura
"che-ci-piace-tanto-e-che-sta-da-dio-sopra-il-nuovo-divano-verde"
si compra un pezzo di storia dell'anima emozionale di chi l'ha prodotta.
Massimiliano Sabbion
Vecchiato Arte S.r.l.
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