Ci vuole
passione per riuscire ad arrivare fino alla fine di un percorso, costanza,
impegno e fatica saranno ottime compagne, ma prima di tutto la passione.
La passione,
causa scatenante che mette in moto la creatività, che aguzza l'ingegno, che
crea contatti, che fa spostare le persone, che si arricchisce con la visita di
nuovi luoghi, tutto si muove se a partecipare arriva il perseguimento di un
risultato che ci si è prefisso.
La passione è,
per citare un film del 1965 sulla vita di Michelangelo
Buonarroti, "Il tormento e l'estasi" di ogni
artista, in cui si accompagna spesso ad una furia creativa che sfocia nella
rabbia interiore, dove la creazione è spesso una tortura: andrà bene? Potevo
fare di più? Cosa penserà il pubblico? È quello che davvero volevo esprimere? È
il percorso visivo che volevo ottenere?
L'estasi, è
l'incantesimo che si crea quando l'ebbrezza del lavoro è terminata e bastano
poi quei pochi istanti di godimento in cui il suo autore si bea del risultato,
pronto però già al pensiero successivo per anticipare e superare quello che si
è appena prodotto.
Senza la voglia
di fare, senza la passione che spinge a migliorarsi, a sperimentare e a mettersi
costantemente in gioco non ci sarebbe possibilità alcuna di nuovi risultati e
nuove conquiste personali e collettive.
Il mondo
dell'arte è sempre in interrotto mutamento, ad artisti susseguono altri
artisti, ad idee nuove idee, ad un decennio storico un altro decennio storico,
sempre mai scordando, ma superando e affiancandosi, a quello che già il passato
ha fatto e detto: con l'arte non si arriverà mai alla parola "fine".
Così nell'arte
si ha modo di vedere cosa l'uomo nei secoli ha prodotto, le immagini e le
conquiste visive sono il terreno fertile per le conseguenti generazioni e il
punto di base per una storia che si crea giorno dopo giorno.
Da Giotto che ha sdoganato e rivoluzionato
il modo di vedere e concepire la natura e il realismo, da Masaccio che ha dato vita alle emozioni terrene, fino a giungere a
tutti gli artisti rinascimentali che hanno lasciato l'impronta tra segno e
colore quali Leonardo da Vinci,
Michelangelo, Giorgione, Tiziano, Rubens, Caravaggio, solo per citare
qualche esempio, perché si ricordano sempre in fondo i soliti noti e coloro che
hanno dato la svolta al mondo avvenire.
Non vanno però
dimenticati tutti quegli artisti minori che sono il vero motore dell'arte,
quelli che hanno fatto da filtro tra i grandi linguaggi innovativi e il mondo
passato, spesso anonimi e dimenticati dai più e dalla storia ma tanta parte
hanno avuto poi invece nella diffusione delle idee e dei concetti di artisti
così troppo grandi per essere capiti e fagocitati in una società non ancora
pronta a riceverli.
I tanti giotteschi, leonardeschi, caravaggeschi
e "maestri di" si sono
disseminati nel tempo perché forse, per capacità compositiva e tecnica, non
hanno avuto la stessa forza dei grandi ai quali si sono rifatti, ma hanno
saputo però capire e cogliere l'essenza della novità e del moderno che stava
pian piano avanzando.
Il discorso non
cambia neppure con il mondo contemporaneo, dove gli artisti diventano il punto
chiave per la lettura di tempi successivi: Paul
Cézanne, ad esempio, definiva la sua pittura oltre l'Impressionismo in quanto con una tematica e poetica che sarebbe
stata capita solo dalle generazioni successive come fonte ispiratrice del mondo
del Cubismo e osannato da Pablo Picasso e i suoi compagni; Marcel Duchamp, padre putativo di tutto
il Novecento concettuale che passa da Piero
Manzoni a Maurizio Cattelan,
acclamato e criticato per il suo modus
operandi di concepire l'arte senza mai scordarne però significati e
concetti anche quando l'arte fatta in maniera classica viene deturpata o
alterata, provocatoriamente, come nel caso della Gioconda coi baffi L.H.O.O.Q. del 1919.
La passione, i
tormenti, le estasi, le osservazioni contemporanee degli artisti danno voce a
proprie concezioni, visioni di perenni cambiamenti che si riflettono poi nel
quotidiano, lasciando uno spiraglio per il futuro, per chi saprà cogliere un
nuovo attimo con nuove passioni, nuovi tormenti, nuove estasi e nuove osservazioni.
Massimiliano
Sabbion
11.07.2017
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