Ogni persona,
ogni essere umano pensante ha gusti e sapori differenti, è il bello della
varietà delle cose e dei piaceri che conduce l’uomo verso nuove e spettacolari
strade dove la capacità di scelta, il libero arbitro e l’apprezzamento cambia a
seconda delle realtà dettate da mondi sociali, etnici, religiosi, politici
differenti alle quali far riferimento.
La cultura
sociale è la base primaria per discernere ciò che piace da ciò che non si ama,
il valore soggettivo e oggettivo delle
cose cambia quindi in base a diversi fattori, ma nessuna cultura si può
definire migliore o peggiore di altre, solo differente.
La sensibilità
artistica nel corso dei decenni ha da sempre mostrato interesse verso culture
diverse arrivando a commistioni, citazioni e rivalutazioni delle arti altrui,
gli esempi nel corso del tempo storico si ritrovano già a partire con le grottesche di Raffaello Sanzio a fine Quattrocento, desunte dalla riscoperta
della Domus Aurea di Nerone,
ai vari ritrovamenti e rivalutazioni con gli scavi di Pompei, con l’arte egiziana,
basti citare e ricordare lo stile Impero
che imperversava in età napoleonica.
Il mondo
occidentale subisce poi il fascino dell’oriente con le immagini desunte da
Tunisi, Algeri, Marocco presenze che si ritrovano nei dipinti di Eugène Delacroix, Jean Auguste Dominique
Ingres, Jean-Léon Gérôme, Frederick Arthur Bridgman, Charles Landelle, Paul
Klee.
Impossibile
scordare poi il rapporto che sopraggiunge dalla Cina e dal Giappone, in
un periodo storico che va dalla metà dell’Ottocento in poi, in cui si arriverà
a parlare di Japonisme con autori affascinati
da valori cromatici e spaziali, dove le rapide linee, le stenditure piatte, il
valore simbolico e decorativo faranno riscoprire i giapponesi quali Utamaro, Kunisada, Hiroshige e Hokusai, maestri della sintesi visiva,
dai tratti veloci che fermano l'istante semplificandolo e di cui l’influenza
pittorica arriverà nelle opere di Edouard
Manet, Claude Monet, Edgar Degas, Camille Pissarro, Pierre-Auguste Renoir,
Vincent Van Gogh e Gustav Klimt.
Si arriva poi
all’arte negra e primitiva che
ribalterà il modo di vedere di artisti quali Paul Gauguin, Amedeo Modigliani, Pablo Picasso, Georges Braque che
tanta parte hanno avuto nello sviluppo del Cubismo,
fino a pervenire alla riscoperta tribale con i graffiti di Keith Haring e Jean Michel
Basquiat o al citazionismo presente poi nel docufilm del 2005 di David LaChapelle “Rize – alzati e balla”,
fino alle influenze new age di Lady Gaga e Marina Abramovic.
La bellezza del
mondo contemporaneo risiede nelle contaminazioni e negli scambi tra forme e
colori di altri luoghi e culture, situazioni dove vige il desiderio di sapere che
si investe di curiosità, eventi come la Biennale
d’Arte di Venezia o fiere internazionali portano al confronto e alla
visione arti e opere che, nella maggior parte dei casi, resterebbero
localizzate e sconosciute ai più.
Disprezzare o
tacciare di bruttura il sentire artistico a noi dissonante non porta che
all’allontanamento verso nuove prospettive e linguaggi da esplorare, l’arte non
deve avere, per l’appunto, nessun confine, nessun limite, solo arrivare a
scoprire e avanzare verso nuovi spazi, siano essi fisici o mentali.
L’arte è scambio,
è confronto di concetti, traffico di idee, veicolo di entusiasmi, non è e non
deve diventare mai chiusura e scontro, l’arte può essere canale trainante per
nuovi porti e nuove scoperte, si addentra nei meccanismi visivi ed emozionali,
diventa mezzo di denuncia, segno dei tempi, gioco, curiosità, il tutto alla
base della scoperta e della ricerca.
Vedere le stesse
pulsioni rapportate in modi differenti nelle “arti altrui” serve inoltre a
meditare sull’operato artistico e culturale finora svolta sia collettivo che
individuale, non si finisce mai di imparare né di mettersi in gioco, la
comparazione con gli altri produce nuovi input e regala miscugli e consistenze
inaspettate, l’evoluzione dell’uomo è anche questo: conoscere, imparare e
soprattutto stupirsi.
Vivere l’arte è,
in special modo, lasciare alle spalle preconcetti e realtà che spaventano o che
non si trovano conformi al proprio sapere perché il “diverso” fa comunque paura
ma, principalmente, l’avanzare del nuovo e di ciò che è differente spaventa
sempre, tutto ciò è comunque uno stimolo, un modo per spingersi oltre e
continuare a fare arte, a credere, a contrapporsi e a far, e farsi, domande,
sempre.
Massimiliano
Sabbion
No comments:
Post a Comment