"Dietro l'orizzonte sorgono sempre nuovi
orizzonti.
E mentre
andiamo attraversandone la frontiera,
già si va preparando la successiva, e così via, fino
a pervenire alla costa dell'alba.
La mia strada
mi si dipana davanti e io non invidio nessuno che abbia raggiunto il traguardo.
Viaggio volentieri."
(Michael Ende)
Basta.
Basta ad un
mondo di malelingue, cattiverie, dicerie, situazioni imbarazzanti di cose non
dette ma sussurrate. Basta alla violenza verbale, ai commenti acidi sui social network, allo spargimento di
soprusi o di rivalità insana.
Basta!
Possibile che
nel mondo dell’arte e della cultura più che spargimento di bellezza e di
intelligenza ci sia invece una continua emissione di odio e di malignità?
Bassezze che non portano a nulla, solo ad alimentare divari e cattiverie.
Artisti che
lottano tra loro a colpi di derisione o poca stima per il lavoro altrui,
critici che si contendono spazi e visibilità, curatori che deprecano o copiano
allestimenti e scelte del prossimo…un campo di battaglia! Una guerra continua!
Una strage culturale!
Perché?
Lo spazio per
tutti è possibile, per qualsiasi forma di espressione e di arte, ognuno segue
la propria indole e la propria sensibilità, chi trova il tempo di parlare male
degli altri o si gusta il piacere di ostacolare in qualsiasi modo l’attività
del prossimo non è degno di considerazione.
Davvero vi
avanza tempo da spendere per ostacolare qualcuno? Non sarebbe forse più
produttivo, più che immaginare e spargere zizzania, capire cosa succede attorno
e come mai qualcuno sia migliore di altri, di noi stessi in primis?
Si può piacere o
meno, i gusti sono differenti, ma finisce qui. Punto e basta!
Le visioni sono
molteplici e i sapori in bocca esplodono in mille sensazioni mai uguali per
ognuno, vedere per imparare è la prima regola, continuare a ragionare senza lordare
nessuno, perché non serve…è inutile, tanto l’operato di ciascuno è davanti agli
occhi di tutti.
Spesso le parole
arrivano a ferire in maniera incondizionata, non ci si lasci quindi coinvolgere
da sproloqui o da situazioni sui generis
che ammazzano le persone a suon di tradimenti, con le sfaccettature che si
dipanano tra l'invidia, il
disprezzo, la derisione, l’inganno, l’offesa, il dispetto, la superbia.
Non serve. Non
serve a niente.
Riempite
piuttosto le vostre pagine Facebook
di aforismi copiati, di gattini, di sorridenti selfie, ingannatevi con tramonti, gite al mare o in montagna, beatevi
con scatti di cibo e piatti serviti al ristorante, discutete per qualsiasi
argomento che sia degno di nota o deridetevi e prendetevi in giro allarmandovi
per l’unghia spezzata della vip di turno, ma assolutamente non sprecate il
vostro tempo a disquisire con rabbia del lavoro degli altri.
L’arte ha
innumerevoli punti di vista, il bello sta proprio in questo possiamo assaggiare
quante più proposte offerte e trovare sempre sapori non uguali ai precedenti,
alcuni piacciono, altri risultano indimenticabili, altri ancora sono solo da
scordare o non degni di nota: il gusto si affina solo assaporando e scegliendo,
mai sputando sopra a quello che non piace…
Un popolo di
tuttologi e di saccenti si nasconde dietro ad opinioni espresse e non richieste
che alla fine minano il lavoro serio e la competenza delle persone chiamate in
causa.
La convivenza
tra le persone non è mai cosa semplice, far coabitare i pensieri e le passioni
sotto un unico spazio ancora meno, a tutto ciò c’è rimedio? Forse no. Lasciarsi
alle spalle la cattiveria espressa in modo gratuito non è semplice, ma
possibile.
Forti non lo si
è mai abbastanza per affrontare anche solo un commento negativo, lo scontro può
portare in sé sintomi di assenza di creatività e curiosità e allora si diventa
“roditori”, si aggrovigliano cattiverie come fili indistricabili, si macina
rabbia e si raffinano distacchi sempre più ampi tra la critica costruttiva e la
pura meschinità.
Troppo spesso si
sente dire la frase “Io penso che…”,
nessuno discute l’opinione espressa, ma prima di parlare e agire bisognerebbe
forse fare raffronti, documentarsi, andare alle fonti e abbeverarsi del sapere
per evitare di apparire ridicoli o, semplicemente, solo incattiviti e invidiosi.
Massimiliano
Sabbion
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