A Federica,
perché la vita è magia, mistero, follia…e lei lo sa
e la vive!
Questa data ha
assunto ormai da diversi anni un aspetto puramente consumistico finendo per
oscurare invece i significati originari per i quali era nata.
Una vera e
propria festa in costume che dilaga in varie parti del mondo: dagli Stati
Uniti, all'Australia per finire in Europa, in paesi che si slegano dal
significato dal carattere pagano - religioso a favore invece di una tradizione
votata al divertimento e al consumismo.
Il gusto per il
macabro, l'horror, il mondo occulto e oscuro si lega a culti pagani antichi che
spostarono l'attenzione su una giornata particolare, nel quale si segna il
passaggio alla "morte" vista come accadimento naturale della vita e
della forza generatrice stessa, all'inizio della stagione invernale, fondendo
il culto e il rispetto per i morti e l'esorcizzazione delle paure legate a
forze soprannaturali che si fusero poi con la Festa di Ognissanti fissata dalla chiesa cristiana il primo
novembre.
Una
sovrapposizione di sacro e profano, di mondo pagano e mondo cristiano; come
tutte le credenze religiose, il dualismo tra bene e male sfocia in feste che
tendono a scongiurare e allontanare le forze negative e la paura.
Fin dagli albori
dell'umanità le forze della natura, amalgamate con la religione, si caricano di
segni e significati che, spesso, si traducono in riti apotropaici propiziatori
che sfociano in uno dei linguaggi visivi più immediati: l'arte.
Le pitture
rupestri ricordano e fissano riti dedicati a favorire la caccia e a rendere
grazie alle forze benevoli allontanando la sfortuna e il male. I primitivi
segni sulle caverne di luoghi come Lascaux
e la Grotta Chauvet in Francia, nella Grotta di Altamira in Spagna
sono solo alcuni degli esempi rimasti.
Nel corso dei
secoli l'arte è piena di riferimenti alle forze occulte, volte a terrorizzare e
scacciare le stesse paure come nel caso dei famosi gargouille
nell'architettura gotica presenti, ad esempio, nel Duomo di Milano e a Parigi
nella cattedrale di Notre Dame che rappresentano demoni e mostri grotteschi
in forma di doccioni per lo scarico dell'acqua.
Il proliferare
di mostri in forma di drago attraversa tutto il medioevo con la figura di San Giorgio che uccide il mostro,
simbolo di morte e distruzione per il mondo occidentale.
Il male
nell'arte, così come il mondo dell'occulto, trova largo spazio nelle
rappresentazioni nelle numerose "Danze della Morte" o nei "Giudizi
Universali" dove il fascino viene dato dalla raffigurazione delle
torture e della dannazione delle anime risorte al cospetto del Creatore.
L’armonia degli
opposti si ritrova nella formula del dualismo tra bene e male concepita secondo
una visione piacevolmente pagana.
Leggende,
credenze popolari, filtri del mondo antico si riversano in esseri conditi di
macabro e magia con le riproduzioni di fate, elfi, esseri fantastici che
occupano il buio delle notti e popolano i racconti di scrittori e pittori.
Ritorna sempre
il richiamo della morte, della caducità della vita in pieno Rinascimento con le vanitas,
le nature morte che rappresentano teschi e oggetti che ricordano l'effimera condizione
dell'esistenza umana. Qui una candela spenta, uno strumento musicale e un
teschio simboleggiano la morte, così come l'orologio e la clessidra indicano il
trascorrere del tempo, un fiore spezzato diventa la lettura della vita che alla
fine appassirà.
In piena caccia
alle streghe, nata nel 1400 e intensificatasi
nel corso del 1500 per mezzo della Santa Inquisizione e la pubblicazione
di un compendio per riconoscere le serve di Satana, il "Maleus
Maleficarum" (il martello delle streghe) nel 1487, ad opera di due inquisitori domenicani, Henrich Kramer e Jacob
Sprenger, la paura del mondo occulto prosegue e si intensifica con la diffusione
di termini quali il Sabba, gli esorcismi, il Diavolo e soprattutto la paura,
vera maestra e amica dell'ignoranza che fu la causa della condanna di migliaia
di persone, soprattutto donne, tacciate di stregoneria solo per sospetto o per
eccentricità.
Gli esempi
visivi della caccia alle streghe resta nel ciclo delle "Pitture
Nere" di Francisco Goya
nella sua casa, la Quinta del Sordo,
nella periferia di Madrid decorata tra il 1820
e il 1823. Raffigurazione delle
paure di una generazione e di un pittore diventato sordo e isolatosi nella
rappresentazione dei suoi fantasmi interiori, una metafora deformante
attraverso pennellate rapide, nervose e angoscianti a cui dare voce a paure e
simbologie.
Il dualismo tra
bene e male vive e prosegue anche nel Novecento con materializzazioni di odi,
guerre, paure del diverso (che sia lo straniero o l'omosessuale poco importa),
si invoca la guerra per portare la pace e il cambiamento con il Futurismo, i corpi si scarnificano come
nelle opere dei cubisti, si
esibiscono nelle performance di body art o si aprono letteralmente,
negli ultimi decenni, con Gunther von
Hagens.
I teschi
diventano il simbolo del successo e della ricchezza quando sono tempestati di
diamanti come l'opera di Damien Hirst.
Le streghe si
dotano di provocazione e arti seduttrici e sfidano le convenzioni maschiliste o
il mondo perbenista come Lady Gaga o
Madonna, una Malefica, strega de La Bella addormentata nel bosco,
diventa sexy e buona: i buoni nascondono un pizzico di malvagità e i cattivi si
redimono.
Il male si
impadronisce della tecnologia tra social network e strumenti che
diventano mezzi pericolosi per fanatismo religioso come gli esponenti dell'Isis.
Allora, come
esorcizzare queste contemporanee paure?
Travestendoci una
volta l'anno da fantasmi, zombie, morti richiamati dal passato, colorando i
volti in emaciati parvenze ectoplasmiche, svuotando zucche, accendendo candele
e bussando alle porte ripetendo la filastrocca: "Dolcetto o scherzetto?"
che ricalca l'antica formula di avvertimento pagano "Sacrificio o maledizione?"
A voi la scelta…
Vecchiato Arte S.r.l.
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